13 Lug La Cattedrale di San Martino “a colori”
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La nostra Cattedrale, la più antica della Toscana, è il risultato di grandiosi ampliamenti, ristrutturazioni e modifiche che, in otto secoli, ne hanno radicalmente cambiato l’aspetto. Riportando il tutto ad una cronologia temporale “ristretta”, oltre ad una vista parziale di quella che sarebbe stata poi chiamata Piazza San Martino, nella planimetria si possono osservare le quattro principali fasi evolutive.
Colore rosso: fu probabilmente il vescovo Frediano, intorno all’anno 500, a far erigere due basiliche uguali e adiacenti, ambedue a tre navate e con le porte di accesso corrispondenti alle due laterali dell’attuale Cattedrale. L’edificio di sinistra era riservato ai riti religiosi e l’altro per l’insegnamento della Dottrina.
Colore rosa: il vescovo Giovanni I, intorno all’anno 800, accoppia i due precedenti edifici, ricavandone un’unica basilica a cinque navate, aggiungendo una terza abside e aprendo l’attuale porta centrale.
Colore blu: Anselmo da Baggio, vescovo della città, intorno all’anno 1060, prolunga la cattedrale, senza ancora arrivare alle dimensioni attuali, mantenendo le cinque navate ed erigendo una nuova ed imponente abside. Gli edifici religiosi colorati in giallo e contemporanei alla “doppia basilica” iniziale, vengono inglobati nella nuova struttura per la realizzazione del primo transetto.
Colore celeste: l’ultimo intervento, iniziato alla fine del 1100 e continuato per almeno due secoli, consente all’edificio di assumere la forma che ancora oggi ammiriamo. La precedente abside del 1050 (blu) non viene abbattuta ma smontata, pezzo per pezzo, e rimontata dove è adesso. E’ interessante notare che il tempietto del Volto Santo (1484) è stato realizzato esattamente dove si trovava l’abside ed il primo altare della Basilica, infatti è allineato esclusivamente con l’antica porta di accesso di sinistra.
di Enzo Puccinelli
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