14 Apr Polvere Nivis, l’Idrolitina lucchese
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Alle radici di un certo consumismo moderno e di un certo modo di fare pubblicità, centrata sul contesto familiare, stava l’idrolitina, prodotto tipicamente italiano antenato dell’acqua gassata.
Come molti ricordano direttamente, era una polvere venduta in bustine da aggiungere all’acqua per renderla effervescente, inizialmente in due bustine con polveri diverse, che facevano reazione.
Questo conferma l’origine farmaceutica (diciamo così) di gran parte delle bevande di piacere contemporanee, Coca Cola compresa e la stessa acqua tonica.
L’idrolitina accompagnò lo sviluppo dei consumi in Italia dall’inizio del secolo scorso fino circa alla fine degli anni ’70, quando fu spazzata via dall’acqua venduta in bottiglia già gassata, portandosi dietro un’immagine retrò – o vintage, si direbbe ora – che ha eco in vari film e canzoni (“dammi un po’ di vino, con l’idrolitina”, canta Battiato in una canzone del 1983), un sapore di pranzo domenicale e di pic-nic fuori porta.
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Lucca, come altri luoghi con forte identità, ha una sua capacità di lucchesizzare le ondate di costume e comunicazione di massa che arrivano dall’esterno, nonché – si può riconoscere – una certa capacità d’impresa.
Così negli anni ’50, quando il dopoguerra evolveva in boom economico, qualcuno a Lucca inventò e mise in commercio la polvere Nivis per fare acqua frizzante in casa.
Polvere “unica”, si sottolineava nella pubblicità, perché si trattava di un’innovazione e semplificazione rispetto alle due polveri da far reagire insieme.
Proprio attraverso la pubblicità l’abbiamo scoperta, grazie ad una mostra tenuta qualche tempo fa (prima dell’emergenza pandemica) al complesso di San Micheletto per la chiusura della storica litografia artistica Angeli, che aveva sede in via della Zecca.
La litografia Angeli, oltre alla produzione in tirature limitate di importanti firme che hanno fatto la storia dell’arte moderna, aveva ovviamente anche una produzione tipografica ordinaria e pubblicitaria, come nella tradizione litografica sin dalle origini.
L’immagine è molto curata, dalla scelta dei caratteri (font) dei titoli, al viso della donna, stile diva del cinema anni ’50, un po’ pin-up, che ci presenta in una mano la tipica bottiglia poligonale lucchese, nell’altra il barattolo della formidabile polvere Nivis, su cui in dettaglio si può leggere “preparatevi un’ottima acqua da tavola con un colmo cucchiaino di polvere Nivis, candida e pura come le nevi alpine”, linguaggio certo un po’ retorico, come in tutta la pubblicità anche attuale, ma meravigliosamente ingenuo, una mezza poesia.
Non siamo per ora riusciti a risalire al nome del titolare di questo marchio lucchese (ricercheremo!), per ora sappiamo con ragionevole certezza che il laboratorio e la rivendita principale era in via Giannotti. Del resto, come diceva mia nonna, “sul Giannotti c’è tutto”.
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di Antonio Enne
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