21 Giu Omaggio alla pittura
“Mi dite Signore,
Ma come fate a disegna’ così bene?
Che c’havete nelle mani?”
“Sie, disegnassi colle mano
Saréi Lustro.
Ci vole occhio, tanto,
E tanta pazienza.
Poi bisogna ave’ sofferto.
Te che voi disegna’
Che hai vindicianni?!
Justo ‘i Lucca
Il bare e valche scabigottata;
Neanche la tu’ bimba p’oi disegnà
Che magari ‘un l’hai ancho baciata.
I mii sono ricordi, fantasie, pensieri che, invece di scriveli, l’abbozzi su un foglio e po’ li riprendi, ne incigni una ventina, ogni tanto ne finisci uno o lo tiri via perché ‘un ti garba.
Presempio te quando sei nato? Il tredici òra? Allòra potresti disegna’ la processione.
E lo devi fa per te, anche se ‘un hai il cognome, perché pittore ti ci devono chiama’ quell’arti.
‘Un importa con cosa, poi usa’ la china, la matita, le cere, l’olio ma anche la frutta. Ci puoi mette il sambuco, la melograna, l’ulive, il vino… appattuma te quarcosa! Come ti viene méglio.
Ascolta, per il tu compleanno,
Ti voglio fa’ un regalo, ti voglio spiega’ una cosa…
I quadri, quelli belli, de’ maestri antichi e classici, ma anche le sculture, le chiese, la musica, i profumi, le scoperte sono quelli.
Ch’anno tutti delle proporsioni
Che sembrino divine, naturali,
Ti viene da guardalle e ti sembra di conoscele anche se le vedi òra per la prima vorta.
Te Nini cerchele ne’ posti e po’ spieghitele per te, come te le senti drento, che quadri belli e omini che disegnano ammodo ce n’è più della miseria, ma gente che ci mette il suo, la su’ vita, i su’ trascorzi, la su pellaccia e la su’ faccia…
Gente così, di cuore, ‘un se ne trova più!
come un c’enno i fungi a gennaio
e i pesci in Pania.
E domani guarda d’andà a scuola!
Che ti vedo sempre quando bigi
E vai ne’ barini e su’ baluardi
A fa’ le mattie e lo sciabigotto!
Dialogo, storia e immagini di pura fantasia
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