06 Mag L’uccelli tutti – Primavera nelle mutande
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L’uccelli tutti
( Primavera nelle mutande )
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Di vì a llà, si va la llà
ch’è riviensuta primavera;
acqua fenuta, ‘osì si spera
si riprincipia a volicchià.
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Sicchè, giri avant’ e ‘ndrè
e, se ‘n fistio senti
guardi ‘n popò, qua e llà le genti
ma però ‘un ti voglin te.
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Intendi allòra pogo doppo
che l’uccelli girelloni
fancazzini e cantatori
t’han cor fistio fatto locco.
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Sia pe’ dritto ch’arovescio
è ‘n continuo canticchia’
e ‘l bello, ha’ voglia di cerca’
lo trovi te, luqquì trebesto?
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‘Un è ma’verso di vedello!
Lu’ ti fistia na sonata
e, facci’ ‘n’ inno o ‘ ‘na caata,
te ‘n sai mai s’è tordo o merlo!
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Fate ammodo vesto mese
ar viavai de’ barbagianni
d’un trovanne ‘n meśz’a panni
o nelle mutande stese!
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Oh Bi! Lo sai ver che ti di’o?
Bòn pe’ lòro che hanno l’ale
l’occhi bòni e gambe uguale;
fussi ‘osì, canteréi anch’io!
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Dice ‘r sordo “Sento ‘n tordo”
e rammento “Canta merlo!”
Ma ‘ racconto, quello méglio
Ve lo di’o sennó l’iscordo:
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C’era ‘n prete di ‘ampagna
che le gente contadini
ni rompevino i cosini
sempre co’ la stessa lagna:
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“Padre, ‘un s’ha di che mangià
che si da ‘ que bamborini
che ‘un s’ha pane nè quatrini
…salacchino d’annusà?”
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“Fate come l’uccellini
campan solo dell’amore
co’ ‘na briciola e ‘n boccone
e ‘un ne fan tanti casini!”
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“Sarà ‘n briciolin cristiano !”
fece vella più ‘gnorante
ch’era meno praticante
“ma quanto fistiin, sor pievano!”
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versione 🇮🇹
Tutti gli uccelli
( Primavera nell’intimo )
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D’ora innanzi
si procede tranquillamente
in quanto è tornata la primavera;
le piogge dovrebbero esser terminate, questo ci auguriamo,
e si inizia quindi ad uscire in giro.
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Dunque,
andando avanti e indietro casualmente
può capitar di udire un fischio
e interrogando con lo sguardo
le persone intorno capire
che non son stati loro
a chiamarti con quel suono.
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Realizzi soltanto dopo
che sono stati gli uccelletti
cantanti, vagabondi e giramondo
a farti fesso fischiando.
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Un po’ in ogni direzione
il cinguettare è instancabile
e ciò che è davvero incredibile
è la difficoltà di individuare l’autore
( di quella melodia).
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Chi potrà mai trovare questo animaletto dispettoso?
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Non è mai modo di vederlo!
Lui cinguetta
e, che suoni un inno o lo accenni e basta,
non riconosci, celandosi egli,
se si tratti di un merlo oppure di un tordo!
In questo mese che pullula di uccelli
si deve prestare attenzione
che anche un barbagianni
non si possa trovare tra il bucato steso
magari nascosto all’interno del vestiario intimo.
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Sai, bambino mio, cosa ti posso dire?
Che sono fortunati tutti gli uccelli
poiché hanno le ali ( per volare )
una vista buona
e tanta invidiabile salute:
se fossi io come loro
probabilmente canterei ( di felicità);!
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( In una filastrocca popolare )
un sordo dice di udire un tordo cantare
e ricordo un modo di dire comune che recita
“Canta merlo ( finché puoi )!”
Racconterò comunque una novella più ironica,
lo farò adesso
prima di dimenticarmene:
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Un parroco di campagna era continuamente infastidito
dai paesani affamati che così si lamentavano:
“Signor parroco, non abbiamo di che dar da mangiare ai nostri figli
poiché non disponiamo nè di pane nè di denaro…
non possiamo soltanto far annusare loro il profumo del pesce sotto sale!”
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Ed il parroco:
“Dovreste fare come gli uccellini che,
senza lamentarsi tanto,
vivono soltanto di amore e poche briciole di pane!”
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“Signor parroco, vivranno anche di queste poche e sante briciole
– replicò una donna poco devota ma molto sboccata –
ma quanto fischiano ( soffrendo ) !!!”
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de Il Lustro
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