04 Mar Il fico Fiorone
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“Quand’ero vivo io non maturava un fio,
e ora che son morto, son tutti a collo torto!” ( detto lucchese )
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Era bello!
Ma sì che era bello! La sera, dopo cena, ognuno prendeva la sua sedia di cucina ed eravamo accanto fuori della porta. Sull’uscio di casa, come vien detto.
Guardavamo il cielo, la luna, le stelle, i pianeti. Le piccole tracce luminose nel cielo che erano i primi esperimenti con palloni. E la mia mente sognava pensando a Juri Gagarin e Valentina Tereskova, primo uomo e prima donna nello spazio.
Poi tanti racconti, tanti fatti di vita che la scuola non poteva darti.
E quella sera mio padre mi snocciolò una storia.
Sicuramente l’aveva letta, almeno in parte, ed il resto me lo costruiva con la sua fantasia.
Alcuni spunti li ho ritrovati negli scritti di Idelfonso Nieri.
Immaginiamo una Pieve simile a quella di Balbano. Una bella salita per arrivarci, poi la chiesa, la canonica che ospitava il parroco e lì vicino il cimitero.
Intorno al luogo sacro, un podere dove il sacrestano aiutava a coltivare gli ortaggi, con vigna, uliveto e frutteto.
E sì sa, i frutti interessavano molto i giovanotti, con una fame e golosità insaziabili visto anche i tempi duri nei quali si stentava a mettere insieme il pranzo con la cena.
Però era difficile avvicinarsi al podere perché il parroco o il sacrestano, dall’alto, potevano vedere chi saliva su per l’erta.
Ma l’ingegno era sempre moooolto creativo.
Ogni tanto il Pievano doveva recarsi a Lucca dal Vescovo e non era cosa da poco.
Il vetturino, con carrozza e cavallo, passava all’ora stabilita, forse…. e ti riportava dopo un bel po’, magari che era già sera.
E quel giorno caldo scattò l’idea geniale.
Altre possibilità non le avevano essendo la pianta del fico, in quei giorni di inizio estate, carica di “fioroni”.
Questi ragazzotti furbi e tosti iniziarono a salire verso la Pieve incappucciati o comunque coperti per non farsi riconoscere, portando una specie di bara e simulando così un funerale.
Arrivando vicini alla chiesa, dicevano a voce alta e in tono cantato:
“Quand’ero vivo io non maturava un fio,
e ora che son morto, son tutti a collo torto!”
e alternavano il detto con confuse preghiere.
Il sacrestano, già impressionato alla vista del corteo, non trovò di meglio che darserla a gambe.
E così proprio il fio quel giorno empì le pance di tanti…. lazzaroni.
E’ facile immaginare la reazione del parroco nei confronti del suo aiutante fifone.
Note.
Il fico FIORONE è il frutto che si forma da gemme dell’autunno precedente e matura alla fine della primavera o all’inizio dell’estate. In questo caso la pianta fornirà comunque un’altra gita di fichi a fine Agosto inizio Settembre.
Il “fio a collo tòrto” è lo stadio di maturazione del fico quando, ormai ben maturo, si piega ad arco verso il basso. Il detto citato si trova anche nelle testimonianze di Idelfonso Nieri.
In foto: Pieve di Balbano e fichi fioroni “a collo tòrto”.
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