22 Giu L’Ospedale di Maggiano
I Matti da Fregionaia
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M’han ditto ‘un batto pari
Che vaggo sembra torni
Ch’ ‘un hó tutt’i mi giorni
Che ar buio ‘un enno uguali
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“Ti manca un venerdì”
“No’ riesci a trova’ poso”
“Camini giù a ritroso”
E “vesto ‘un si puol dì!”
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M’han vorsuto certifi’à,
Doppo dammi la pension,
E scansammi anco la naia.
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“Voi indate a lavora’
e pagate la pigion,
Che io dormo a Fregionaia!”
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de Il Lustro
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“se ‘un son matti, ‘un li vogliamo”
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…Si usa dire a Lucca,
come a intendere che si preferiscono i pazzi;
magari viene pronunciato in modo ironico, a sottolineare un comportamento bislacco o contrario al comune agire a al pubblico pensare, però è certo che il “matto” suscita sempre molta curiosità e anche un po’ di invidia…
“Buon per te che mangi, bevi e ‘un capisci nulla”
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Colui che non capisce nulla è talvolta il sempliciotto del paese che gira di casa in casa, di bar in bar e nel suo vagabondare è poi tranquillo perché solo al nutrirsi e dissetarsi propende.
Costui “non batte pari” ossia ha un suo modo di pensare che non è quello consueto, forse perché ha qualche rotella fuori posto o forse perché la rotella gli manca completamente…
“‘Un hai tutti i ti’ giorni”
“‘Un hai tutti i venerdì”
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Il pazzo poi, non avendo da far niente, può gestirsi le sue ore come crede che siano diurne o notturne… un po’ come i bambini piccoli può scambiare la notte per il giorno, camminare all’indietro ( come i gamberi ) andare in un luogo quando sarebbe il momento ( o l’òra ) di tornare e praticamente “non trovar mai poso” cioè quiete, riposo per le membra e lo spirito, pace con il mondo circostante.
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Il matto dice spesso cose sconvenienti, impronunciabili o non comprensibili e non è idoneo al servizio militare ( quando la leva era ancora obbligatoria ) tanto da essere certificato pazzo, “scartato” dal fare il soldato ed essere “idoneo” soltanto a prendere una pensione.
Ma il vero pazzo chi è?
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Colui che dorme “a Fregionaia” o colui che si alza ogni mattina per andare al lavoro, per arrivare a fine mese e pagar l’affitto o la rata dell’auto?
Foto di Matteo Cecchi
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