03 Ott Il mestiere di Speziale
–
Che l’attività dello speziale fosse molto importante nel medioevo è argomento noto.
–
Le malattie come la peste, la malaria e il colera erano assai diffuse e causavano vere e proprie epidemie; le cure ufficiali consistevano in preparati medicinali a base di erbe officinali miscelati in botteghe simili a drogherie che commerciavano tra gli altri generi anche libri, candele, essenze, dolci, carta e colori.
–
Sicuramente un commercio molto ricco e quindi ambito dai lucchesi del tempo che, come i lucchesi odierni, erano per certo parecchio “attenti” alla pecunia.
–
La distinzione tra le attività di farmacista e speziale sarebbe arrivata soltanto nel XIII secolo con Federico II pertanto la preparazione dei medicinali era un’arte nobile e delicata che tramandava le conoscenze antiche che furono egizie, arabe, romane e quindi europee basate essenzialmente su una farmacopea ancora non ufficiale prodotta con rimedi naturali di origine vegetale e animale allestiti da ricette scritte o tramandate.
–
Parallelamente all’attività di questi laboratori “alchemici” una serie di “dottori” guaritori itineranti si muovevano nelle città e nel contado condividendo, più o meno consapevolmente, alcuni segreti legati ai loro rimedi miracolosi.
–
Il resto era “stregoneria” tra i tanti popolani malaticci legata a credenze quasi pagane e senz’altro contadine.
–
Ma se è vero che la teriaca ( letteralmente dal greco “antidoto”), il preparato miracoloso antenato della moderna farmaceutica, arrivò in Italia solo con l’invasione degli arabi è altrettanto documentato che presso i conventi di monaci e frati questa esisteva di già, assieme ad una tradizione e conoscenza medica molto profonda e indispensabile.
–
Antidottari romani e altri scritti sarebbero stati accolti localmente dalle singole città italiane solo dal 1600, anni in cui il farmaista ( senza la “C” ) e speziale lucchese Giuseppe Santini pubblicò il suo “Ricettario Medicinale”, un manuale per addetti ai lavori in cui erano erano contenute descrizioni, dosi, contenitori ma soprattutto metodologie di preparazione e formule con qualità e quantità delle sostanze.
–
Un moderno vademecum per i farmacisti che, per altri cinque secoli , prima dell’introduzione della farmaceutica industriale preconfezionata, hanno continuato a produrre le loro ricette secondo una farmacopea sempre più ufficializzata e standardizzata che ha convertito definitivamente l’attività da speziale a chimico-farmacista a farmacista.
–
Il XX secolo ha visto diradarsi questi “laboratori” galenici dall’insegna col serpentello, anche se non è proprio rarissimo che, nella nostra città, alcuni preparati e prodotti specifici vengano commissionati dai clienti alle farmacie più antiche, che ancora li preparano con metodologie, ricette e ingredienti tradizionali.
–
Fino agli anni ‘60-‘70 un antipiretico per abbassare la febbre o decongestionare da uno stato influenzale invece di venir acquistato in pastiglie si ordinava in farmacia e ci veniva prodotto con polverine sapientemente dosate e confezionate in una cartina. Così per tutti gli altri medicinali più comuni inclusi gli sciroppi ed alcuni prodotti chimici usati in cucina ad esempio per conservare alimenti.
–
Tra gli speciali lucchesi più noti il nostro poeta, scrittore e illustratore Giovanni Sercambi, lo stesso Santini autore del Ricettario medico ma anche il Dottor Pasquale Massagli produttore dell’omonima china che curò la Lucca invasa dalla malaria nella seconda metà dell’Ottocento.
–
2 Comments