Il Porto di Lucca

Il Porto di Lucca

Panta rhei 

( forse Eraclito )

Il celebre detto, che tradotto dal greco significa “tutto scorre “ , sintetizza il concetto filosofico del divenire, il mutamento continuo non solo nel tempo e nello spazio, ma nel significato stesso del pensiero e degli elementi.

Il trascorrere che maggiormente percepiamo è quello degli anni che cambiano il nostro profilo e lo stesso territorio che ci circonda.

Lo scorrimento più silenzioso e meno evidente ma comunque continuo e interminabile quello dell’acqua.

Tempo e acqua si legano nella storia del porto di Lucca nell’epoca  in cui le merci si spostavano su carro, laddove peso, volume e distanze erano eccessive su nave. 

Da prima dell’anno 1000 fino al 1900 circa nell’area di San Concordio in Contrada, scorreva il rio “Formica” in un letto corrispondente orientativamente all’omonima via.

Il canale, perché di canale artificiale  largo ben 7 metri si trattava, allargava in un porto nella zona oggi denominata “steccone” dell’edificio di siffatta architettura.

Il porto, distante appena duecento metri dalla Porta San Pietro, aveva 4 attracchi per navi e un capiente magazzino. Misurava circa 70 metri di lunghezza per 16 metri di larghezza ed era collegato al mare a Firenze ed a Pisa attraverso l’Arno ed al lago di Bientina, quindi al Fiume Serchio tramite una rete di altro canali.

Le merci “sdoganate” erano, a parte la preziosa seta grezza, che Lucca lavorava e commercializzava poi in tutto il mondo, sia i materiali da costruzione, come il legname della Garfagnana o la pietra delle vicine cave di Guamo, sia i generi alimentari: sale per conservare alimenti, riso (rosa quello di Massaciuccoli), cereali e farina. Molti erano i mulini sistemati sui corsi d’acqua ed i terreni coltivati.Fino ai primi del 1900 alcune piccole imbarcazioni di contadini, continuavano a navigare nelle acque del rio Formica trasportando normalmente prodotti agricoli, successivamente altri mezzi di trasporto più comodi e veloci, come la ferrovia,  hanno sostituito definitivamente l’utilizzo di questi natanti per la movimentazione delle merci.

Negli anni ‘50 il rio Formica è stato coperto e poi asfaltato divenendo l’attuale strada “via della Formica”.

Da lì a poco sarebbe arrivata l’autostrada, la definitiva urbanizzazione ed i trasporti si sarebbero “evoluti” su gomma.

di Enzo46

Una litografia del 1700 in cui è ben visibile l’area portuale di Lucca

il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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