07 Ott Tuscia e Montecarlo
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Il sole tutto insieme
Abbraccia stretto
La fanciulla zuccherina
Del borgo di Vivinaia
Nelle sue stagioni
Che sono poi come la vitae.
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Il Freddo sulle spalle
Vuol che Tuscia bimba
sia destata: quasi un taglio.
Quindi ella piange,
Di sul colle di Cerruglio,
Ma più arrivano i pisani.
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È primavera nel castello;
Le bestie messe al giogo
Lavorano bassa la terra
E l’uomini van dietro con le canne
-li mirano i gigli nelle fosse-
Fin’al piano castro d’Altopascio.
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Quasi maturo il petto marmorino
un corpo di grandonna rivela
Ne’ vestimenti e drappi:
Bisogna forse di sfoltire
Quel che spunta; accollarsi;
Che sfogliarsi, poi, siam sempre a tempo.
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“Mi coglierà Paolino
O il fratello d’Antonietta?”
generosa come fiume, pensa.
E corre tutta tra i popolani attraverso
col Trebbiano nel grembiale
Da vuotare nel bigongio.
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Il sole tutto insieme
Bacia forte anche a settembre;
Si pigia nel tino e si canta
Chi mangia un boccone, chi conta quanto, chi si stende tra la pergole
Il mosto ‘un sarà novello che a novembre.
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