20 Ago Tipi, Stereotipi e Artisti da Bar Scuola
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Tipi, Stereotipi e Artisti da Bar
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Se esiste un “tipo da bar” questo sarà necessariamente un fatalista
, un navigatore del mare immenso che è la vita, uno lavoratore scansafatiche, un pessimista-ottimista immancabilmente innamorato e disilluso di ogni elemento terreno.
Ognuno di noi è, è stato o sarà, un tipo da bar; il Bar costituisce una parentesi più o meno lunga, aperta da scoprire o momentaneamente chiusa nella vita.
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Altra cosa è lo “stereo-tipo da bar”.
In ogni bar transitano una serie di personaggi con fisionomia e peculiarità comuni, di facile identificazione per la schiettezza delle loro caratteristiche psicosomatiche e dei loro argomenti.
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“Lo sportivo-fanatico-nazionalista” riesce a parlare per ore di calcio, ciclismo, moto-automobilismo alternando al proprio interlocutore un mix delle varie discipline in un loop di megadati che consistono in nomi, anni, avvenimenti, previsioni, statistiche, ricordi, cronache nazionali e estere.
Normalmente è sostenitore del team o del personaggio più forte, più blasonato o più popolare oppure, per contrappasso, del più debole, il sempre-perdente, l’improbabile.
In questo seconda ipotesi sarà anche jettatore, invidioso e antipatico.
In ogni caso è un forte nazionalista e cercherà di moralizzare il proprio interlocutore alla superiorità della proprio razza, bandiera, religione, storia o cultura adducendo esempi di etnie non comunitarie che in qualche modo stanno deteriorando il suo mondo di eccellenze nazionali sportive.
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“Il caccia-pesca-ambientalista” ha un proprio gruppo di cui è leader incontrastato e incontraddicibile; teorizza un mondo primitivo e selvaggio dove la sopravvivenza viaggia parallelamente alla meritocrazia delle capacità nella caccia e pesca.
Normalmente ha una tendenza megalomaniaca quindi, i dati da esso forniti, sono spesso arrotondati all’eccesso, edulcorati, romanzati.
Le sue cronache potranno durare per ore; autentiche sessioni sulla paesaggistica, l’orientamento, la tattica, la tecnica, la mimetizzazione, l’arte culinaria, l’oratoria, la filmografia inerente la guerra o il genere splatter.
Un moderno macchiaiolo nel senso molto pittorico ma anche facile a darsi alla macchia, cioè a fuggire le pubbliche autorità, che comunque rispetta, pur non rispettando spesso le regole del calendario venatorio e quelle naturali legate alla fauna.
Normalmente è un esperto micologo e botanico, in ogni caso confida che la degenerazione e il degrado dell’ambiente naturalistico dipendano dalla graduale estinzione dei suoi simili e dalla mancanza di investimenti e sovvenzioni che incentivino le sue attività.
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“Il super-ego-bugiardo”, gran fumatore e sempre elegantissimo, normalmente staziona all’esterno del locale in prossimità della sua sempre lucente autovettura. Auto, status sociale, abbigliamento e confidenza con il luogo, gli attribuiscono una forte consapevolezza nelle proprie capacità che ne accrescono l’autostima fino al delirio di onnipotenza.
Non conosce vie di mezzo, bene o male, giusto o sbagliato, bianco o nero; ha una sola versione che riesce a sostenere e argomentare contro tutto e tutti, finendo, con l’innalzamento dei toni e lo sfinimento dell’interlocutore, ad avere ragione sempre. A vantaggio ottenuto proseguirà sullo stesso tema avvalorando con esempi sfacciatamente falsi, sentiti dire, assurdamente inventati all’uopo.
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“La donna di tutti e nessuno”, assidua frequentatrice e discreta bevitrice, normalmente vive sullo sgabello davanti al bancone ed è gran amica e confidente del gestore.
Ha una storia più o meno tragica, trascorsi che l’hanno segnata indelebilmente e un destino ineluttabile e questo è solo uno dei suoi lati affascianti. Quello più intrigante è il modo sensuale con cui colloquia con gli avventori e frequentatori del bar, i temi piccanti trattati, la grande esperienza nell’arte dell’amore..
Il contest del bar buio e fumoso e lo status di perenne cacciatore dell’uomo da bar fanno il resto; la donna lascerà intendere che una qualche possibilità di amarla ci potrà essere ma tutto finirà lì perché quando l’uomo tornerà a cercarla nei giorni successivi lei fingerà di non conoscerlo perché sarà passata alla preda successiva.
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“Il vecchio attaccabottone che visse due volte” sta seduto fingendo di fare un solitario con le carte, appena qualcuno oserà dire una parola in più rispetto al minimo dell’ordinazione inizierà a discutere di argomenti vaghi e generici adducendo esempi e confronti con quanto da lui vissuto in gioventù. Non importa se l’argomento interesserà o meno, se il vecchio riceverà alcuna risposta, il soliloquio continuerà per tutto il giorno e la morale sarà sempre la stessa: “ai miei tempi… “, “se tornassi indietro…” e, soprattutto, “tornassi a ventanni col cervello di ora…” o “avessi avuto vent’anni nei tempi di oggi…”
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“Il santo-bevitore-apocalittico” noto ubriacone, inizia a bere al mattino facendo colazione con caffè corretto e senza mangiare alcunché fino all’ora di pranzo. Il cibo gli crea agitazione o mal di stomaco…
Alle 13 ha già scolato almeno un fiasco di vino, perché oltre al corretto beve solo vino. I liquori e le bevande gassate fanno male, è notorio…
Appartiene alla schiera di ubriachi pacifisti e melanconici, non diviene mai violento se alticcio, non beve per dimenticare, neanche per sballarsi, beve perché fin da piccolo ha sempre bevuto, beve e basta.
Normalmente da ubriaco disserta in discussioni fantascientifiche o pseudo-filosofiche si quello che sarà il futuro del mondo, sul quando, dove e come finirà, sul perché abbiamo voluto e meritato questa tragica e inevitabile fine.
Lui, essendo sempre ubriaco, si farà trovare pronto e preparato all’evento.
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“Il femmmina-dipendente-maschilista “ha un solo e unico argomento. Un chiodo fisso che, come il prezzemolo, non stona mai, come il nero, va su tutto: le donne.
Le odia, sono la rovina della sua vita e quindi del suo e dell’intero mondo; Annientano ogni facoltà di ragionamento dell’uomo, sono causa di dolore, frustrazione, arrabbiature continue nel maschio. Sono autentiche incapaci in tutto: lavoro, guida, cucina, letto, insegnamento, medicina, politica…
Per non farlo arrabbiare deve esser assecondato sempre; vietato dirgli di accudire i propri figli, pensare alla casa, pensare alle finanze domestiche … rifonderà in malo modo dicendo: “ Ma io lavoro dodici ore al giorno!!! A parte oggi che sono qui con voi al bar.”
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“Il bestemmiator-incallito-praticante” ha un modo tutto toscano, colorito e creativo di discutere.
Una sua frase di 20 lemmi contiene almeno 10/15 parolacce per intercalare. Alcune bestemmie vengono appositamente coniate in funzione del tema trattato; altre sono produzioni quasi customizzate, su cui sorride da solo e di cui si compiace.
In ogni caso è convinto che il bestemmiare sia da ignoranti ma che in alcuni contest o in determinate situazioni sia inevitabile e riesca a catalizzare gli elementi per la riuscita di un lavoro o la soluzione ad un problema.
Alla domenica il BIP si può incontrare alla messa principale; non ha ruoli specifici ma frequenta regolarmente ed è convinto che sia cosa buona.
Logicamente, parole sue: “Chi non è credente non può permettersi di bestemmiare!”
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“L’estremo-moderato-complottista “ha studiato poco ma tanto quanto basta per poter capire tutto, capire di politica, religione, strategia militare, geografia e sociologia.
Certe leggi andrebbero cancellate e chi le ha promosse giustiziato; alcune decisioni sono talmente ovvie eppure non vengono prese… il perché non si sa- perché non si sa cosa c’è sotto… poiché per tutto c’è un tornaconto economico, un “Do ut Des”, una regia occulta, un sistema di lobbies, un controllo superiore, un piano malefico, le multinazionali, le aziende farmaceutiche, l’informazione pilotata, lo spionaggio colluso, la criminalità…
Nei giorni di seggio sparisce dal bar e lo si può incrociare in prossimità della cabina elettorale, a tenere il conto dei votanti per fare le dovute considerazioni; peccato che sulla camicia abbia una spilla del partito di maggioranza e stia intrattenendosi con un probabile candidato .
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Il lavorator-ipocondriaco-fancazzista, gran socialista, sindacalista, marxista, statalista come dovrebbero essere tutti gli onesti lavoratori. Ha sofferto qualche malattia dell’infanzia in età preadolescenziale e questo ne ha minato la salute irrimediabilmente.
Lavora a tempo indeterminato da un tempo determinato ( sinceramente troppo! ) per un’ azienda a partecipazione pubblica quando non è certificato dal dottore o non gode di un permesso sindacale. È convinto che i padroni siano tutti ladroni, che le attuali retribuzioni siano un’offesa alla dignità umana, che con le tasse evase si potrebbe ricostruire una nazione identica alla propria in cui il lavorare sarebbe un optional.
Rintracciabile al bar in qualsiasi orario, può essere utile per chiarimenti su buste paga e calcoli pensionistici.
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Il viaggiatore-cosmopolita-ritornato un po’ di mondo lo ha visto. Tutto è migliore all’estero: autostrade gratuite superveloci, carburanti purissimi quasi gratuiti, stipendi da super manager per tutti, burocrazia inesistente, leggi e tasse comprensibili da un bambino, sanità efficiente, inquinamento e traffico azzerati, posti di lavoro a piacimento…solo il cibo…solo il clima… sono meglio qui! altrimenti chi glielo avrebbe fatto fare di tornare?
In realtà non si è mai mosso dal suo paese ha semplicemente transitato nelle vicinanze o in altri bar e ora è ritornato.
Parallelamente al tipo e allo stereotipo da bar è cosa frequente incontrare un “artista”; “artista”non perché detenga una qualche arte specifica, ma per l’estrosità, l’eccentricità o il carisma che nel bar rappresenta. Un autentico punto di riferimento, immancabile, immutabile.
“Artista o Capo” è anche un modo di salutarsi al bar quando ci si conosce soltanto di vista, oppure per soprannome, oppure si è dimenticato il vero nome della persona che abbiamo davanti.
In questo modo si omaggia questo individuo assimilandolo a qualcuno di unico, caratteristico, importante, riconoscibile o famoso.
Quale sia l’Arte non si sa, ma sicuramente stiamo parlando di Arte.
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