11 Ott La festa della Santa Croce
LA FESTA DELLA SANTA CROCE
Ogni anno, all’approssimarsi del mese di settembre, Lucca indossa la sua veste migliore per festeggiare degnamente la festa del suo Re: il Volto Santo, cui la città è legata da oltre 1300 anni.
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Infatti, sin dall’anno 782 i lucchesi celebrano una festa antichissima che ha del prodigioso: quella della Santa Croce.
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In questa pagina cercherò di illustrare le origini di questa fantastica festa che si perde nella notte dei tempi mescolando il sacro ed il profano con la storia e la leggenda.
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Tutto ha inizio con la leggenda di Leobino che narra come Nicodemo, uno dei discepoli di Gesù, abbia voluto riprodurre la figura del Salvatore realizzando una statua in legno di noce che non riusciva però a completare perché incapace di scolpire il viso.
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Disperato, dopo una giornata passata a cercare invano di scolpire i particolari di quel volto, si vide costretto a sospendere il lavoro per la stanchezza e, miracolosamente, la mattina successiva trovò che nella notte da una schiera di angeli aveva finito il suo lavoro scolpendo un viso bellissimo.
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Molti anni dopo, durante le persecuzioni contro i cristiani (Isecolo), il Vescovo di Gerusalemme Gualfredo, per impedire chequest’opera potesse essere distrutta fece caricare la statua su una nave priva di equipaggio e lasciandola libera di partire.
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Dopo un lungo viaggio affidata alla sola guida delle correnti marine e dei venti la nave approdò presso Luni impedendo a chiunque di salire a bordo. Una notte il Vescovo di Lucca Giovanni I ebbe la visione di un angelo che lo invitava a recarsi immediatamente a Luni dove era giunta una nave contenente una sacra immagine.
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Il Vescovo partì immediatamente per la città costiera, a quei tempi possedimento lucchese, dove, dopo essere riuscito a salire a bordo della strana nave, trovò la bellissima statua lignea ed un’ampolla contenente il sangue di Nostro Signore Gesù.
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Ovviamente il Vescovo di Massa si oppose allo spostamento della statua sostenendone la proprietà e per risolvere civilmente la lite si decise di caricare la statua su di un carro trainato da due giumente bianche che, lasciate libere, potessero scegliere la strada che preferivano. Le due giumente presero la direzione di Lucca trasportando il loro prezioso carico sino alla nostra città.
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La cosa fu ovviamente considerata miracolosa ed i lucchesi, fieri che la Croce avesse scelto la loro città, la sistemarono all’interno della basilica di San Frediano donando al Vescovo di Massa l’ampolla contenente il sangue di Cristo (ampolla tutt’ora conservata nella chiesa di Sarzana). Ma i miracoli non si esaurirono lì infatti, la mattina dopo, quando il sagrestano come suo solito, si recò ad aprire le porte della Basilica restò di sasso : La sacra immagine che era stata posta sull’altare non c’era più!! Lucca fu svegliata da un grido: “La Croce è sparita!”.
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Tutti i cittadini si riversarono nelle strade mettendosi alla sua ricerca e fortunatamente la paura durò poco perché quasi subito la statua fu ritrovata in un giardino incolto adiacente la chiesetta di S.Martino che sorgeva vicino alDuomo (che in quegli anni era San Giovanni). Il popolo riportò,con tutti gli onori, la statua in San Frediano ma al mattino successivo stessa storia: la Croce era sparita da San Frediano è ritornata nel medesimo giardino.
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A questo punto il Vescovo Giovanni I, convinto che l’accadimento fosse di origine divina e che volesse indicare il luogo esatto dove la Croce doveva essere sistemata, dette ordine che quel terreno fosse acquistato e destinato a realizzarvi una nuova splendida chiesa che sarebbe diventata il nuovo Duomo di Lucca: San Martino.
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La Luminara, da allora, vuole proprio ricordare il percorso fattodalla Croce, in quella sera del 13 settembre di oltre mille anni fa, nel suo viaggio notturno dalla Basilica di San Frediano fino a quel giardino dove oggi appunto sorge il Duomo di San Martino.Essa da sempre è cerimonia particolare che va ben oltre la fede religiosa: è infatti la testimonianza della sottomissione di un’intera città al suo Re. Infatti il Volto Santo è da sempre considerato come il Re dei lucchesi che, di anno in anno, vogliono sottolineare il legame che li lega a questa Santa immagine che ha visto Re ed Imperatori e fiumi di pellegrini prostrarglisi davanti in atto di sottomissione.
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La Luminara è festa religiosa e civile cui tutti i lucchesi, sin dall’antico, sono obbligati a partecipare recando al Volto Santo un cero con cui illuminare il buio della notte. Sin dall’antichità l’offerta del cero era obbligatoria per tutti i paesi del territorio della Repubblica e stava a sottolineare la sudditanza verso il Governo della città.
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Tutti i paesi del contado lucchese si dovevano tassare e presentarsi alla processione con un cero di dimensione diversa a seconda della loro importanza. L’importanza dell’offerta del cero fa ricordare quando nel 1246, durante una delle tante guerre che agitavano la Garfagnana, un certo Succhino, notaio di Castiglione, trovatosi a Lucca in occasione della Luminara evedendo che i suoi compaesani non erano presenti, comprò a sue spese un cero e lo portò al Volto Santo. La cosa era certo un segno di devozione ma non fu affatto gradita dai suoi compaesani che, infuriati, quando il poveretto rientrò in paese gli tagliarono la mano con cui aveva osato portare il cero che loro si erano rifiutati di inviare.
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Ma la storia non finì lì in quanto, saputo l’accaduto, il Consiglio degli Anziani indignato inviò l’esercito contro Castiglione distruggendo il paese reo, non tanto di aver punito così crudelmente un cittadino della Repubblica, ma di aver volutamente mancato di rispetto al Volto Santo ( e con esso a Lucca). Da allora sono passati tantissimi anni, secoli addirittura, ma questa devozione non si è minimamente offuscata e Lucca rimane fermamente legata al suo sommo sovrano.
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Ogni anno la sera del 13 settembre quando le prime ombre della sera avvolgono le mura della nostra splendida città, il rintocco delle campane della basilica di San Frediano annuncia ai lucchesi che la solenne Luminara è uscita dalla chiesa e sta iniziando il cammino che la porterà a rinnovare il voto di sottomissione allaSanta Croce.
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Tra ali di folla festante sfileranno le autorità civili e religiose, il clero e tutti i fedeli lucchesi secondo un canovaccio che si ripropone immutato da secoli a sottolineare che il Volto Santo è il Re unico di tutti i lucchesi che, proprio per questa occasione, arrivano a rientrare in città anche dai paesi più lontanial solo scopo di potergli rendere omaggio .
. di Massimo Baldocchi
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