27 Gen …in canto d’arco
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Camminare per Lucca e ogni tanto alzare lo sguardo, ci consente di vedere importanti segni del nostro passato.
Archi, volte e cavalcavia sono giunti a noi dal lontano medioevo raccontando storie dimenticate.
Nell’immagine sono illustrate due strutture diverse sia nelle dimensioni che nel loro utilizzo.
A sinistra un semplice “cavalcavia”, visibile in via Fillungo davanti la ex-chiesa di San Cristoforo, e utilizzato per motivi di staticità dei fabbricati collegati.
Generalmente venivano costruiti con robuste travi di legno, ma quelli visibili nella nostra città sono tutti in muratura.
Più interessante è la storia delle strutture come quella, in via del Battistero, a destra dell’immagine.
Tra le torri gentilizie ma anche tra edifici dove abitavano famiglie legate da parentela o da forte amicizia, venivano costruiti questi passaggi su ponti ad “arco” che avevano almeno due scopi ben precisi.
Aiuto immediato in caso di pericolo, come sfuggire ad un incendio della propria abitazione e, inoltre, considerate le piccole superfici degli alloggi, venivano utilizzati anche per disporre di uno spazio aggiuntivo.
Ce ne erano di tutte le dimensioni, ma “l’arco” più bello e famoso, anche se non più esistente, ha dato il nome ad un luogo preciso di Lucca: Canto d’Arco, all’incrocio tra via Fillungo e via Santa Croce, dove molti immobili erano di proprietà della famiglia dei Falambrina.
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di Enzo Puccinelli
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