13 Apr Quel pallone gonfiato di Lunardi
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Sul finire del 700 i geniali fratelli Montgolfier, inventori del pallone aerostatico, realizzarono per la prima volta il sogno umano di volare.
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La storia dell’aeronautica ha annoverato vari nomi di illustri lucchesi, tra questi uno dei primi grandi pionieri, purtroppo oggi poco ricordato, fu Vincenzo Lunardi.
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Nato a Lucca il giorno 11 gennaio del 1759 si trasferì a Napoli a soli dieci anni in seguito alla morte del padre. A soli 23 anni già si trovava a Londra come segretario dell’ambasciatore del re di Napoli.
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A detta delle cronache del tempo Vincenzo era un giovane di rara bellezza, eleganza ed intelligenza.
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Appreso dell’invenzione dei Montgolfier ne perfezionò il progetto intuendo, lui per primo, che l’idrogeno ( piuttosto che l’aria calda ) sarebbe stato il gas più idoneo al riempimento del pallone aerostatico.
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Molta importanza nel successo delle sue imprese la ebbe il suo ricco e caro amico George Biggin che coprì gran parte delle spese sostenute.
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Fu così che il mattino del 15 settembre 1784, davanti a più di 100.000 spettatori tra cui tutta la nobiltà inglese, il pallone aerostatico a idrogeno di Lunardi si librò in volo realizzando con successo il maestoso progetto di sorvolare Londra.
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L’aerostato si levò a grande altezza, sul diario Lunardi annotò un’altitudine di circa 4 miglia scrivendo anche “….e patii un freddo intenso tanto da venire ricoperto di pezzetti di ghiaccio” .
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Discese una prima volta nel North Nimmis quindi ripartì per concludere il suo volo nei pressi di Ware nell’Hertfordshire dove ebbe notevoli difficoltà nell’atterraggio.
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Raccontò anche di essere stato accolto malamente dai contadini del luogo i quali lo accusarono di essere uscito dalla “casa del diavolo” .
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Il tragitto fu di ben 24 miglia e durò poco più di 2 ore: una distanza stupefacente per l’epoca.
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Il successo di Vincenzo fu enorme, In Inghilterra egli effettuò poi molti voli che furono seguiti da immense folle entusiaste.
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Desideroso di replicare la straordinaria trasvolata nella sua amata Lucca, il 17 giugno 1788 tentò l’impresa partendo da un luogo chiamato Campaccio.
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Il volo della sua mongolfiera si rivelò però un autentico fiasco e addirittura il Lunardi stesso rischiò la vita nella caduta.
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L’insuccesso suscitò le ire dei suoi concittadini più reticenti e lui se ne andò amareggiato.
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Purtroppo anche la sua successiva ascensione a Roma tentata in estate fu un fiasco.
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A Napoli, sua città di adozione, il volo si compì ed ebbe un successo enorme. Tra il pubblico che assisteva a naso all’insù si ricorda perfino l’intera famiglia reale Borbonica.
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Gli anni più fortunati furono quelli trascorsi in Spagna e Portogallo, un’apoteosi che gli consegnò una fama mondiale.
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Fu a Lisbona che, a soli 47 anni nel primo agosto 1806, trovò la morte, della quale non si conobbe esattamente il motivo.
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La Gazzetta di Lisbona del 16 agosto 1806, specificando che il decesso ebbe luogo nell’ospitale de’ Cappuccini Italiani in quella città ne comunicò il suo ultimo volo.
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di Mimmo Tattrabacco
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