Il Sammer Festival

Il Sammer Festival

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Anche vesto Sammer Festival è finito, e piazza Grande ri è di già tutta libera.

En venuti i cantanti a sonà e a cantà, e han fatto festa per tutto luglio.

‘Nsovanta gente a fà le file, bamboretti, ragazzotti, donne co’ figlioli, omini, gente di ogni età en venuti da tutte le parti.

En venuti dall’Italia, e anche di fòri, ameriani e ‘ngresi.

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In tanti poi a vedè Elton Jon, il damerino fio lesso che fa innamorà le ‘oppie, lù si che a Lucca ‘un manca mai, ni garberà il buccellato?!?

Il Sammer Festival è ganzo perchè mette allegria e euforia, e poi oramai è doventato un appuntamento che a Lucca ‘un pòle mia mancà, ma ‘un si scherza mia davero?

Comunque poi va detto che il Sammer Festival porta anche del trasando, e ‘nfatti a qualcuno ‘un ni garba mia tanto.

Quel Mimmo lì, D’Alessandro, ( dice ) valcuno che ‘un lo pol vedé e si sentì dì:

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Ma Lucca è sua??”

“Ma ‘un si pòle mia fa tutto questo trambusto a Lucca!!! e poi la sera si vole dormì…”.

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Diamine, ‘un si pòle mia essè contenti tutti?

Qualcuno che la musia ‘un ce la vole ci dev’essè per forza, ‘un siamo mia tutti uguali?

A tanti comunque ni garba, e Lucca oramai il Sammer Festival l’ha proprio adottato.

Poi da vando vensero i cosi…i Rollin Ston al campo Balilla, ti pòi immaginà.

Allòra sì…allòra si che òra il Sammer Festival da Lucca ‘un ce lo leva più nessuno.

 

E òra è finito, e c’è da riaspettà ‘nantranno per rivedello.

 

Ma tanto D’alessandro, il padrone, è già li che ragiona su chi chiamà e presto sortin fòri i primi nomi de’ cantanti, e la gente, dai, tutti subito a comprà i biglietti col compiutè.

Il Sammer Festival porta allegria e, come dice valcuno, anche di molti soldi….oddio, a me ‘un mi viene ‘ntasca propio nulla, comunque vabbè, è ganzo uguale.

Ora però è finito, e ‘npiazza grande ora c’è i turisti a giro e ‘figlioli a rincorre i piccioni.

Poi a Settembre tornino i banchetti e poi, dopo pogo tempo inizino a montà le tende per i comisse.

‘Nsomma, l’estate a Lucca è ganza, c’è allegria e gente, ragazzine scosciate, e divertimento, anche se poi c’è da patì del caldo sodo.

E ‘l Sammer Festival lo voglin levà??

Ma che siamo ammattiti per davero??

MA UN SI SCHERZA MIA????

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Testo e vignette di Gabriele Muratori

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Vignetta di GM74

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La serata di Elton John

de Il Lustro

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Nella serata di Elton John chi è riuscito a procurarsi i biglietti si è già tuffato sotto il palco per godersi il concerto da vicino.

Chi poverello non vi è riuscito si consola ascoltando il cantante “da fuori” avvicinandosi il più possibile alle transenne che hanno blindato piazza Grande dal mattino.

Altre persone si sono riversate sulle mura, nel tratto più vicino, per deliziarsi della musica, delle canzoni e soprattutto dell’atmosfera internazionale che si respira nel centro storico.

Un gran viavai tutto concentrato nelle poche strade che conducono a piazza Napoleone anima Lucca-dentro, rende rumorosa e vitale solo una sua minima parte,  tralasciando tutto il resto.

Nelle due tre ore di durata del concerto buona parte della città è pressoché deserta.

Dopo l’ultima canzone riprenderanno le danze, i locali saranno nuovamente affollati, le vie trafficate, i negozi ( quelli aperti ) visitati;  i bar verranno assaliti da masse di famelici e assetati clienti che in mezz’ora vorranno aver cenato e già essere sulla strada di casa…

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Ma in queste due tre ore del concerto ?

Che succede nel resto di Lucca laddove le note di “Crocodile Rock” arrivano quasi impercettibili?

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Le piazze, le vie, i monumenti e tutti gli edifici sembrano magicamente “svuotati” del loro consueto e abbondante flusso  di turisti e lucchesi.

Alla vista è quasi incredibile…una specie di set cinematografico creato ad-hoc consente di fotografare piazza Anfiteatro VUOTA, piazza San Martino DESERTA, il Fillungo SPOGLIO.

E Lucca?

Questa bella e attempata signora, come vive il momentaneo abbandono?

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Lucca deserta per pogo

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Alla faccia d’Ertongionn

sono vì , solo-solino

che tracanno ir mi “rubino” 

ar barin der “méscolon”.

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Cara Lucca mia deserta

sei anco te sola-soletta?

Hai vòtato la piaśzetta

e ‘r sagrato della chièsa?

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Qui , tra pogo, ariva ‘r mondo

po’ ‘n sèi più sola-soluccia!

via giù,  mòviti, che andiamo!

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“Ma che vòi ch’un ti ‘ognosco?”

-dice lè da fa spalluccia-

“Sarai mia vello di Guamo?”

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poesia vernacolare de Il Lustro –   nell’immagine il Rubino un cocktail di recente invenzione servito da Blend ( in inglese “miscela” ) in piazza San Giusto

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il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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