30 Giu Du’ chiodini, io e Puccini
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Un rapporto di amore e odio quello tra Giacomo Puccini, il famosissimo compositore nato a Lucca e la sua città.
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Si dice avesse fama di donnaiolo e che, per questo, i lucchesi-bene lo tenessero un po’ alla larga, specialmente dalle proprie signore.
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Come spesso succede, poi, prima che un personaggio diventi famoso, esso viene un po’ snobbato, guardato con invidia o semplicemente non amato.
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Poi la fama arriva e tutti vorrebbero tornargli amici, invitarlo presso di loro, condividere questo suo magico momento o trarne qualche vantaggio.
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Oggi, Giacomo Puccini, rappresenta probabilmente l’uomo più noto al mondo di origini ( e natali ) lucchesi; un turista su due sceglie Lucca come sua meta, attratto dal fascino immortale di questo compositore che ha lasciato al mondo le opere più spettacolari e magistralmente rappresentate.
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E Lucca? Lucca lo ama oppure ha bisticciato con lui? Che sia giunto il momento di far pace, un po’ come i capi-indiani che fumavano il calumet per deporre l’ascia di guerra?
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Si leverà mai il fil di fumo ( da Madama Butterfly ) che annunzia una fumata bianca di pace volta ad eleggere una nuova era in cui questo grande artista possa coesistere con la propria città d’arte?
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Io ci ho provato !
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L’ho trovato un po’ altezzoso, lì bronzeo e seduto un metro più su di noi comuni mortali fagocitanti ai tavoli.
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Non per questo ho evitato di offrirgli da bere un bel chiodino ( aperitivo fatto con vino bianco e un goccio di Campari ) e direi che lui, da grande amante del buon cibo e del buon vino, non ha disdegnato.
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Il chiodino, aperitivo molto spartano e popolare assume vari nomi di città in città.
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Alcuni lo chiamano “bicicletta” , altri “mediato” , altri “macchiato” ma sempre di vino bianco e Campari consiste!
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E Puccini? Che lo si ami oppure no, credo sia innegabile la sua Arte!
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“Du’ chiodini, io e Puccini”
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Un dieci pertiche piuallà d’induv’è nato
Ci sta Puccini comodo assittato
Du bracci piussù de’ commensali
Che mangino vì ‘n piaśza ‘ome maiali!
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Mi pare serio e ‘n po’ sfavato
Lù’ che mangia’ e beve’ n’è sempre garbato
e fuma colla gamba accavallata
guasi aspettass’a fa’ ‘na briscolata.
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Forś’i coglion’ in bronśo girin anco a lù
di fassi i serfi da postalli su fesbu?
O ce l’ha con noi lucches’ingrati
Che i su’ lavori ‘un s’en mai considerati?
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Sai che c’è ?!? Ni vo’ portà ‘n chiodino:
‘na goccia di Campari drento ‘n vino!
M’è parso si levasse ‘n fir di fumo
ma forśe mi pigliava per el culo.
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Speriamo sii fumata bianca-chiara
Un calumette alla moda amerindiana
Da dì “Io lai, chi ha uto ha uto…”
Mah, ir chiodin vedo l’ha bevuto!
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de Il Lustro
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