22 Mag L’esecuzione capitale
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Nei cinque anni precedenti il 1842, un gruppo di criminali terrorizzò il contado lucchese con una lunga serie di furti, rapine, sevizie e violenze prendendo di mira sopratutto le case di parroci di sperdute chiese.
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La polizia, si direbbe adesso, brancolava nel buio. I briganti furono catturati solo perché, oltre ad una cospicua taglia, venne garantita l’impunità nel caso il denunciante fosse stato un componente della stessa banda… e il “pentito” parlò!
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Il processo si svolse nel 1845, i giudici della Regia Rota Criminale ne assolsero uno, condannarono un altro ai lavori forzati a vita ed i restanti cinque alla pena capitale che fu eseguita il 29 luglio 1847.
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Nella zona di Piazzale Verdi, circa ottomila persone si assieparono intorno al palco dove era stata installata la ghigliottina. Una alla volta, in un silenzio impressionante, le teste caddero nelle ceste, ma la storia non finisce qui.
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Il popolo di Lucca si ribellò a quello spettacolo atroce, pretese la consegna della ghigliottina che venne immediatamente data alle fiamme.
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Ovviamente la mannaia restò intatta ed allora venne portata a Viareggio, caricata su una barca e affondata in mare aperto.
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Questa fu l’ultima esecuzione capitale avvenuta in Italia.
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di Enzo46
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