15 Mag Alla difesa di Lucca
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L’apparato difensivo della nostra città non era affidato solo alle mura, alle porte maniacalmente protette e agli armamenti sopra di esse ma anche a quello che era stato accuratamente progettato e costruito all’esterno.
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Era l’insieme delle due strutture che creava un ostacolo decisamente imponente e che era, oggettivamente, molto difficile da superare.
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Ai piedi della pellicola di mattoni che riveste un “terrato” spesso 30 metri ed alto 12, iniziava un tratto di 35 metri, chiamato “fossato”, che terminava con una “controscarpa” e che, all’occorrenza, poteva essere completamente allagato.
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In questo caso, l’acqua che scorreva nella “cunetta”, inizialmente larga 8 metri, veniva fatta esondare invadendo tutto quello spazio e rendendo l’attraversamento abbastanza complicato.
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Sopraelevata rispetto al “fossato”, al termine di questa distesa d’acqua, esisteva la cosi detta “strada coperta” nel senso che, protette da un adeguato parapetto, le milizie potevano muoversi senza essere visibili dall’esterno.
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Gli spalti, ovvero l’esterno delle mura, rispettavano le precise leggi sulla “tagliata” lucchese in modo che, per qualche centinaia di metri, non doveva esistere alcun ostacolo naturale o artificiale utilizzabile dall’eventuale assalitore per nascondersi.
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A tutto questo si deve aggiungere anche la costruzione di quei terrapieni difensivi triangolari, le “lunette”, presenti lungo tutta la cerchia.
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Con la sola eccezione di una parete di mattoni, la città era quindi come un castello costruito e difeso con un grande impiego di terra battuta e acqua!
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Tutto, ovviamente, con l’utilizzo di vanghe, pale, rastrelli, zappe, zapponi, cariole, carretti e tanto, ma tanto, “olio di gomito”….
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una pillola di storia di Enzo46
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