08 Mag Sant’Andrea in pelleria e in cuojara
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Quando si pronuncia la parola “pelleria”, un lucchese immagina immediatamente una particolare zona a nord ovest della città subito adiacente le carceri di S. Giorgio.
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Nei secoli passati però, tutto il quartiere intorno l’antica chiesa di S. Tommaso, era detto “in cuojara” in quanto vi avveniva solo la lavorazione del cuoio mentre le pelli venivano lavorate in via S. Andrea dove, l’omonima chiesa, aveva il suffisso “in pelleria”.
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L’acqua necessaria per quei tipi di lavorazione era prelevata da un canale, la fossa Natali la quale, forse già prima dell’anno 1000, scorreva nel centro della strada attraversando tutta la città, da est a ovest.
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Le forti proteste dei cittadini contro questa maleodorante attività, convinsero il Governo lucchese a spostare la lavorazione delle pelli nella zona di piazza San Pietro Somaldi, anch’essa servita dalla stessa fossa ma, anche in questo caso, il pesante disturbo alla popolazione sfociò in forti disapprovazioni e quindi, dopo poco tempo, oltre a chiudere tutta la fossa Natali, le botteghe vennero definitivamente tolte da zone popolose e spostate “in cuojara” che, da quel giorno, prese il nuovo nome di “pelleria”.
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di Enzo46
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