01 Mag Tombar canali d’acqua
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Fino al XIX secolo la piana di Lucca era percorsa, grossomodo da nord a sud, da innumerevoli canali che, in vari modi, servivano la popolazione.
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Poi, poco per volta, l’urbanizzazione richiese sempre più spazio per strade, piazze ed edifici e, proprio nell’immediata periferia della città, iniziò l’opera di copertura di questi “scoli”.
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Uno ad uno vennero intubati, nascosti, coperti o, come si usa dire, “tombati”.
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L’acqua continua a scorrere non più a cielo aperto ma sotto di noi, obbligata in spazi di dimensioni fisse e, siccome l’acqua non è comprimibile, quando, con le classiche “bombe” d’acqua, ne arriva una quantità maggiore di quella prevista, il canale sotterraneo non ce la fa più e “scoppia” facendo anche fuoriuscire l’acqua dai tombini stradali depositandola in superficie fino a quando, più o meno lentamente, il canale “tombato” non riuscirà a riprendersela tutta.
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Nell’immagine sono evidenziati in rosso solamente i due canali sotterranei più vicini alle nostre Mura.
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Il primo (a destra) proviene dall’area di San Vito, passa sotto il parcheggio dell’ex ospedale Campo di Marte, percorre via Barbantini, arriva in via Orzali, passa sotto il vecchio scalo merci e poi, dopo aver attraversato i binari della stazione si ricollega al vecchio canale presente sotto via della Formica.
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Il secondo (a sinistra) arriva dal Giannotti, percorre tutta via delle Tagliate arrivando vicino alla chiesa di Sant’Anna dove si ramifica in due direttrici; una su viale G. Puccini e l’altra lungo la via Pisana.
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di Enzo46
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