19 Apr “Ai Fossi” e il marchio “Seta Lucchese”
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Ai Fossi
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Seicent’anni
E ‘un s’enno neanco mossi
I pesci ‘n via de’Fossi
Che notino tra ‘panni;
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Di sotto urtima porta
Guardino fila’ e tèsse
Sentano le sante mésse
E stènde seta in scorta;
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Restino i muri e lòro
A tetto tante altane
Po’ a mèszo lo stellario
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Un orto centenario
Tre ponti e tre fontane
E l’acqua ‘r su’ ristoro.
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Ai Fossi ( via del Fosso ) – versione 🇮🇹
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Dopo oltre seicento anni
ancora non si sono spostati di lì
e continuano a nuotare tra i panni
i pesci di via del Fosso ( 1 )
Da sotto all’ultima porta medievale ( 2 )
ammirano filare, tessere e stendere la seta
( sulle altane per poi essere immagazzinata )
ascoltando le Sante Messe ( 3 )
Restano soltanto ( 4 ) loro,
ossia i pesci,
e gli edifici …
poi in alto molte altane
in mezzo ( al tratto ) la Madonna dello Stellario ( 5 )
un orto botanico antichissimo ( 6 )
tre ponti e tre fontane
e l’acqua ( gran ricchezza per Lucca ) :
un vero ristoro con la sua frescura ed abbondanza.
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Note:
( 1 )la via del Fosso viene detta dai lucchesi ” i Fossi” o “via de’ Fossi” era la via dove veniva lavorata la pregiata seta lucchese.
( 2 ) Porta San Gervasio e Protrasio ( sui Fossi ) e Porta San Salvatore, che invece è sui Borghi, sono le ultime due porte visibili delle mura medievali.
( 3 ) Lucca è città famosa per le sue cento chiese, non è impossibile che la eco delle celebrazioni arrivasse fini ai pesci che vivono sott’acqua.
( 4 ) “soltanto” è detto in tono ironico poiché l’area è densa di fascino e storia
( 5 ) il monumento con la statua raffigurante la Madonna dello Stellario divide in due tratti il canale cittadino.
( 6 ) l’orto botanico comunale fu fondato ufficialmente nel 1820 da Maria Luisa di Borbone, ma l’interesse lucchese per il mondo vegetale è assai più antico.
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il marchio “Seta Lucchese”
I Fossi, ossia il pubblico condotto di Lucca, furono forse la madre dello sviluppo economico e manifatturiero nella nostra città. Una crescita nata nell’acqua e attuata grazie all’acqua dove furono affinate “moderne” tecniche per la lavorazione della seta che sfruttavano l’energia idraulica.
Lanifici, concerie, tintorie, mulini e altre attività situate in Lucca dal medioevo al XVII secolo, sfruttando l’acqua corrente, si localizzavano sempre in prossimità di un fiume, ruscello o canale.
Il baco da seta ( detto “firugello”), allevato nelle nostre campagne fino agli inizi del secolo scorso, veniva nutrito di foglie di gelso su delle specie di cannicci che i contadini disponevano nelle soffitte, capanne e fienili.
Il baco produceva un bozzolo il cui filo veniva ritorto, bollito, risciacquato, tinto, ordito e disposto su rocchetti pronto per andare sul telaio.
Tutte queste attività comportavano un notevole fabbisogno idrico che il Fosso di Lucca, il pubblico condotto che la attraversa da nord a sud nell’omonima via, soddisfaceva completamente.
Le architetture di quest’area si modificarono per essere funzionali alla nuova esigenza, così, a distanza di secoli, è ancor possibile ammirare gli stenditoi della seta chiamati “Altane”.
Quella adiacente la Madonna dello Stellario è una delle tre che sono tuttora visibili.
Il controllo qualità, oggi definito Q.C, a Lucca esisteva già e seguiva standard assai rigorosi.
L’organo preposto a vigilare sul prodotto finito, la preziosa seta lucchese oltre che sul rispetto della filiera e la “correttezza” del produttore era la Corte dei Mercanti .
Nella piazzetta sul’ angolo via Fillungo, via Sant’Andrea venivano eseguiti i controlli, verificati i marchi di fabbrica e apposti i bolli sulle pezze di seta prima della commercializzazione.
La “pena” per chi non rispettava i canoni richiesti dal Marchio “seta lucchese” poteva andare da una semplice ammenda, alla distruzione del lotto prodotto, all’accusa pubblica di “falsario”.
Le pezze di seta che non superavano i controlli venivano bruciate in piazza San Michele.
di Enzo46 e il Lustro
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