La granata di marśo

La granata di marśo

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La granata di Marśo

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Sfenuto guasi marśo

doverebbi principia’ der bello;

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‘nvecie, forśe ‘r tempo,

-ch’ ‘un si sa come vestissi, 

òra è cardo, po’ ridiaccia

quando sudi e pigli ‘r vento-

da ‘n momento all’artro

ti vièn giù ‘r mondo

che pare abbi a intremotà

o scoppia’ ‘na bomba.

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Ancòra butti 

‘un n’hanno messi 

i pioppi canto ‘r fiume;

e vedi vesti stecchi perinsù

rinsecchiti, bianchi e fitti fitti.

Mi sembrin ‘na granata

-di’o di stipa, no saggina!-

ch’un muratore c’ha spaśśato la carcina.

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Fenuto lavora’ l’han pianta lì, bianca,

come posa’ sudicia ‘na mestola.

O chie ce l’ha ‘ncavicchia ‘osì?!?

‘Na granata missa capaggiù 

‘un è mi’a cosa da vedessi!

È come rovescia’ ‘r pane

o lasciacci-pianto-drento ‘r curtello.

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La granata va pulita e s’appuntella!

Io lai, sennò saréebbe bella!!!

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“Cavicchi” mi chiamava mio nonno Omero, l’unico nonno-nonno che ho conosciuto perché l’altro era morto “giovino”.

Mi chiamava anche Fabio, come un mio cugino ( anziché Dario ), suo nipote, sbagliando come fa ora mio padre con i miei figli e ricordandomi che tra trent’anni sarò io a fare lo stesso piccolo errore.

Il cavicchio è quel “legnin”che s’usa nell’orto per bucare il terreno per inserirvi le pianticelle che sviluppandosi nell’estate daranno gli ortaggi.

Perché “Cavicchi” non l’ho mai saputo, forse per il suono del nome, forse per quei piccoli casini che piantano i ragazzi a quell’età.

Marzo è un mese pazzo, può mutare nella temperatura e nelle condizioni meteorologiche repentinamente. Come dice il mio amico Beppe “Marśo ha sette berette” e determina anche aprile.

Ad aprile poi è dolce il dormire e succede che ci si “arśi” dal letto “guasi sfiniti” cioè già stanchi.

“Il bello”, poi, può essere il bel tempo primaverile ma anche una stagione della vita più serena, cosa che ci auguriamo e che si augura a chi amiamo.

S’intende granata invece, non la bomba, bensì la scopa con cui si spazza. La scopa, prima che in materiale sintetico, era di due tipi: saggina ( fatta con la pianta del sorgo, un cereale, e utilizzata all’interno ) o stipa ( fatta con i ramoscelli dell’erica, un arbusto e alberello, e utilizzata all’esterno ).

Così, percorrendo stamani l’autostrada, mi hanno colpito quei rami dei pioppi lungo il fiume che ancora privi dei butti ( germogli ), bianchi e nudi, si elevano verso il cielo e tutti uniti sembrano il sotto di una scopa.

Una scopa piantata per terra a testa in sù ( siamo abituati a vederla all’ingiù…ma siamo abituati anche a tante altre cose ) e imbiancata perché utilizzata probabilmente per spazzare della malta ( calcina viene da calce ).

Si dice che i muratori, arrivata l’ora in cui terminano di lavorare, posino la mestola qualunque sia l’avanzamento e l’urgenza dell’opera che stanno compiendo.

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Certe cose sta male farle.

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Gli strumenti di lavoro vanno ripuliti quando si smette di adoperarli.

Non si mette il pane in tavola a testa in giù ed è come fare uno spregio al cibo lasciare conficcato il coltello nel pane.

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versione 🇮🇹

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La scopa di marzo

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Sul finire di marzo
( si legga anche “mi alzo già quasi stanco”
come accade in primavera)
dovrebbe iniziare il bel tempo.
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Invece,
sarà forse per il meteo così variabile
-per il quale è impossibile prevedere
come e quanto vestirsi
poiché a volte è caldo ma fa freddo
quindi ci si accalda e si può subire il vento-
sembra quasi che , in certi momenti,
venga giù il mondo
o che scoppi una bomba ( una granata appunto )
o ci scuota d’improvviso un terremoto.
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Ancora non han germogliato
i pioppi che costeggiano il fiume
e si possono ammirarne i rami nudi
molto fitti e bianchi
che volgono al cielo.
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Somigliano ad una scopa,
di quelle da esterno in erica
non in saggina ( più raffinate ),
con la quale un muratore
abbia spazzato via della malta,
imbiancandola.
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Egli,
dopo aver terminato la propria opera,
potrebbe forse averla piantala lì
come posare una semplice mestola sporca
di malta bianca.
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Chi ha così conficcato una scopa?
Non è cosa da farsi
il piantare una scopa al contrario.
È un po’ come deporre
una pagnotta di pane rovesciata
o, ancor peggio,
lasciarvi conficcato un coltello dentro.
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Una scopa
una volta che la si è utilizzata
va necessariamente
ripulita e appoggiata.
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Per diamine,
altrimenti si sarebbe rovinati!!!

il Lustro
dario.barsotti@hotmail.it
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