27 Feb Chi comanda
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Avete presente la luna quando è mezza come stasera?
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Pare un tordello!
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Un bel tordello senza sugo ( ragù ) che galleggia nello scuro del cielo notturno.
Ma ancora più tordelli ( babbei )sono i “pappà”, le mamme ed i nonno-taxi che aspettano i ragazzi,tutti nel solito posto, Porta San Pietro, al “diaccio”.
Una tradizione tutta lucchese che si ripete generazione dopo generazione, anno dopo anno, sabato dopo sabato, accomunando tanti autisti che, nelle auto messe lì in fila, possono soltanto ammirare la Luna che spunta tra gli alberi sulle Mura.
Una luna “mezza scema”, cioè mezza vuota, come sono mezzi scemi gli accompagnatori dei rispettivi “bimbi” ( così si chiamano i figli fin da grandi).
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Il gobbo non è altro che il cardone ( cardo ) le cui costole si ingobbiscono, andando alla ricerca del sole, in quanto la pianta viene piegata e interrata per mantenere il fusto tenero e bianco; una tecnica tipicamente locale che ha originato il famoso “cardone gobbo lucchese” prodotto in gran quantità ( a corbelli ) nella piana.
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L’esser “togo”, che nel resto d’Italia significa “ganzo” , a Lucca vuol dire invece “buffo”.
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Mesza Luna
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Mesza luna;
Mesza scema
Ni fa pena
Alla fortuna
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Ver TorDello
Senza sugo
Rintanato nello scuro
Com’un gobbo ner corbello.
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Nell’attesa del mi amore
Una bimba propio ammodo
Sono vì sotto le mura:
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Lé è la parte der mi cuore
La figliola d’uno togo
E meszo scemo; mesza luna
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de Il Lustro
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versione 🇮🇹
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Oh mia Luna
dimezzata come appari stanotte
Sei per metà vuota
( tal che un bicchiere )
e un po’ stupida
da far pietà alla stessa Sorte
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Oh mia Luna
Da compatir saresti
Come un tortello privo del ragù
Il quale, come un cardo ( ortaggio ),
di nascondersi in un canestro cercasse.
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Oh mia Luna
Ti ammiro da questo misero angolo buio
Ai piedi delle immense e antiche mura
Qui attendo il mio unico e pièno amore:
Una figlia integra e garbata.
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Ella
È la parte che manca
Per completare nei sentimenti
Un uomo, come me,
Un po’ stupido e metà vuoto
Come te, oh mia Luna.
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E questo satellite… è così insignificante da essere considerato soltanto un “parassita” della Terra?!?
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No davero, io lai !!!
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Chi comanda è la luna.
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Un po’ come i figlioli, che anco se ‘un dovrebbin, alla finfine decidon sempre lòro!
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La Luna decide il giorno in cui cade la Pasqua, quindi la Quaresima e anche il tempo di carnevale.
La Pasqua cristiana si celebra la domenica di luna dopo l’equinozio ( 21 marzo ) e successiva o coincidente col primo plenilunio di primavera, raffigurato sul calendario in nero, quindi cade sempre tra il ventidue di marzo e il venticinque di aprile
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Quando ciò avviene in aprile si dice che la Pasqua è “alta” ( cioè più in giù nei mesi ), se avviene, come di regola in marzo allora è “bassa ”.
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L’influenza della Luna sul tempo, sui mari, sui raccolti è cosa documentata ed era nota alle generazioni contadine che in funzione del calendario lunare impostavano la semina, la potatura, il raccolto, la vendemmia e le operazioni legate alla vinificazione….
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de Il Lustro
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La convinzione che la Luna possa influire su molte attività umane, riscontrabile nel folklore di molti Paesi, risale alle teorie di Plinio, Plutarco e altri autori dell’antichità classica sui rapporti tra il nostro satellite e gli organismi viventi.
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In linea di massima, la tradizione popolare suggerisce di fare a Luna crescente tutto ciò che deve crescere e prosperare (seminare, piantare alberi, ecc.) e a Luna calante tutto ciò che deve morire o essere distrutto (raccolti, tagli, ecc.).
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Queste credenze, però, in generale non sono state confermate da ricerche scientifiche.”
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In queste credenze, metterei quello che ho sentito, riguardo alle semine.
Tutti i giorni della Settimana Santa, vanno bene per seminare.
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In altri periodi, preferire la luna calante per evitare che le piante “talliscano” cioè vadano a seme rendendo inutilizzabile il prodotto.
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Valido ad esempio per finocchi, carote, sedano, prezzemolo, cipolle, porri, ecc.
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Io per la verità sono abbastanza scettico e vedo che le cose vengono lo stesso, luna o non luna.
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Solo per le semine estive dei finocchi e delle carote seguo la luna calante di Luglio.
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di Giuseppe Pardi
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