16 Ott Frankenstein e la nobiltà di Bagni
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“I Bagni in eterno vivranno,
seppur lor bellezze incantate
ridite i poeti non sanno”
Richard Church (1958)
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Ricostruire nella propria mente uno scorcio della Bagni di Lucca di inizio secolo scorso non è difficile; basta immaginare le serrande alzate dei negozi, i giardini curati degli alberghi, le persone per le strade, i calessi che corrono su e giù con i passeggeri, i clienti seduti ai tavoli dei ristoranti.
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Se solo cento anni fa si poteva alloggiare in oltre 80 strutture, curarsi in 7 stabilimenti termali e giocare nelle sale di 3 casinò figuriamoci nei tempi ancor più antichi, come, ad esempio, gli inizi del 1800.
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La nobiltà di tutta Europa aveva costruito una propria residenza esclusiva nella raffinata e viva cittadina. Una specie di status symbol a cui era impossibile sottrarsi per esser considerati Vip nei vari campi nobiliare, politico, culturale o artistico.
Le tante ville di proprietà dei reali (Bonaparte poi Borbone) e delle famiglie signorili lucchesi erano il teatro di un continuo viavai di ospiti e amici. I più importanti si muovevano con un corteo di accompagnatori e servitù che, per i più facoltosi, poteva vantare oltre le duecento persone. Locali e sale da gioco si dividevano per nazionalità; quale era inglese, quale austriaca o francese, quale italiana.
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Nella zona più alta, chiamata “alle piscine”, un prototipo di villaggio rinascimentale vedeva le tante dimore nobiliari l’una accostata all’altra senza alcuna divisione o limite.
I reali poi, amavano circondarsi dell’intrattenimento di teatranti, poeti e scrittori in un’autentica corte: la più importante del mondo di quell’epoca.
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Un teatro accademico rappresentava commedie e grandi classici a fianco del Circolo dei forestieri, casa da gioco invernale del jet-set e centro della splendente cittadina.
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E’ in questo contesto ottocentesco, nel pieno del “romanticismo”, che si riscoprono i sentimenti e le passioni, dalle più elevate alle più cupe, sfiorando talvolta il grottesco e le tinte più scure.
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Il 1818 è l’anno in cui Mary Wollstonecraft Godwin si trasferisce in Italia ed arriva nella casa Bertini di Bagni di Lucca per passare l’estate .
La donna sta vivendo un’intensa e burrascosa storia d’amore con Percy Bysshe Shelley, il famoso poeta inglese.
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La sorella di Mary, Claire, è l’amante di Lord Byron e con il nobile si intrattiene talvolta dalla sorella in Italia.
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Mary, da grande scrittrice e conoscitrice delle oscure dinamiche dell’animo umano ha appena convogliato il suo dramma in una creatura immortale: “ Frankenstein o il moderno Prometeo “
Il romanzo narra delle vicende del dottor Victor Frankenstein che, affranto dalla perdita dei suoi cari , sogna di produrre un essere umano intelligente, immune dalle malattie ed immortale; per un attimo vi riesce dando vita ad una creatura, assemblata da parti di vari cadaveri, che sembra possedere queste caratteristiche.
Il “mostro” si trova però a fare i conti con l’odio degli umani e soprattutto con la solitudine, quelli che poi sono il vero dramma del dottor Victor F..
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“Niente e’ cosi’ doloroso per gli esseri umani come un grande ed improvviso cambiamento.”
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“Non riesco a capire perche’ gli uomini che sanno del bene e del male possano odiarsi ed uccidersi l’un l’altro”
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“Quanto e’ pericoloso l’ottenimento della conoscenza e quanto e’ molto piu’ felice quell’uomo che crede la sua citta’ natale essere il mondo, di colui che aspira ad essere piu’ grande di quanto la sua natura gli permettera’.”
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“Entra nella casa del lutto, mio amico, ma con gentilezza ed affetto per coloro che ti amano, e non con odio verso i tuoi nemici.”
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( da Il Frankenstein di Mary )
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Scritto all’età di 19 anni, tra il 1816 e il 1817, il romanzo horror fantascientifico viene pubblicato a Londra nel 1818, anno dell’arrivo di Mary a Lucca, e sarà rivisto in una edizione successiva del 1831.
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L’idea nacque in Svizzera nel 1816 durante un soggiorno con Percy Shelley e l’amico J.W.Polidori.
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Di Bagni di Lucca Mary scrive nelle sue lettere di apprezzare il piacevole silenzio, le cime pittoresche, i deliziosi castagneti…
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Il compagno Percy poi, ama i boschi, adora Pratofiorito, le nuvole vagabonde del cielo e le acque fresche della Lima; una “fonte” di grande ispirazione per il poeta che gli abitanti del posto chiamavano “l’inglese alto”.
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Sicuramente ritroviamo Lucca nel successivo romanzo di Mary, quello sulla vita di Castruccio Castracani edito nel ‘23, che viene ambientato e vede le citazioni di vari luoghi lucchesi.
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Il soggiorno a Bagni di Lucca degli Shelley durerà solo un’estate, alcuni mesi molto intensi e burrascosi per il poeta e, spero, più sereni per la scrittrice.
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Pur non essendo possibile cronologicamente, amo pensare che nel celebre ed eterno romanzo di F. , con vari sequel cinematografici di ogni genere, vi sia un po’ della nostra terra incantata, magica e leggendaria.
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