06 Lug Ranocchio Biasciabodde
“Siamo tanti soli marinai
Per giunta d’acqua dolce;
Bisce e bodde di palude
Che discendono dall’uovo
E bramano naturalmente,
rotonde immense lagune”
Lustro
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Una vista dei campi
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Era omo di padule ‘r povero Ranocchio, si por dì che era l’urtimo omo, né nostri pòsti, che campava prati’amente di cacc’e pésca com’i primitivi e l’indigeni.
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Lu’ partiva la mattina alle vattro col fócon a illuminà que poveri ranocchi per agguantalli a mano una pesacchiata d’un centinaio e venilli a vende’ puliti ar bare a centolire l’uno.
Se po’ ni chiedevino al Baracchin o a quarche artro restorante potevino doventà ancho cinquecento l’inniari ranocchi.
E ni dava bell’e che puliti, missi nell’orti’a per gonfialli un popo’ e colle gambine incrociatte pronti per esse passati nell’ovo, nella farina mesza bianca e mesza gialla e po’ fritti.
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Quel ch’un chiappava a buio lo ripassava a trovà a giorno perché lù i su’ amici ranocchi sembrava li conoscesse per nòme, sapeva induve stavino di casa, quanto ci mettevin a risortì fòri e quali erino i su’ parenti (dice si riconoscan dar colore…).
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Particolare del fossato
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E lu’, se lo vuolevi trovà, dovevi indà ‘n Gagno o su’ Rogio o dietro Moschieni fino a Pontedetto; lo vedevi lì, d’estate scarśo e per el freddo colli sciantillì, sempre in bra’ette e colla maglia tutta mótosa, diettro a su’ traffici.
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Se ‘un ni risciva colle mano, che l’acqua der fosson era fonda, ch’aveva la canna col lopporino e in fondo la luma’a o lo straccetto rosso.
E i ranocchi che erino sempre incaloriti , c’andavin su’ e lù l’allamava e li tirava ner pesacchio ( sempre pieno bao ).
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Uno dei fossi di Ranocchio
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Finito velli passava al bilancino per piglià le tinche in frego o, se pioveva, l’anguille a mazzacchera con l’ombrello e i bei di tera infirśati sur filo di canapon.
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Sennó c’erino le nasse, che se le faciva da sé con le canne e con i tralci di vite.
Il fossone Rogio, un tempo ricco di acqua veniva utilizzato per irrigare i campi allagandoli con sistemi a chiuse detti “incolli”, nello svuotamento i pesci che rimanevano nei fossati venivano pescati con varie tecniche più o meno ortodosse
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Po’ lenśini lasciati a notte, biciretta colla dinamo di frodo, parate e incolli ner Guapparo o in ultimi la canna coll’amo ma quella era robba da fie, mia da lù.
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Finito l’acqua passava all’aria, allòra reti alle passore, niidi de’ merli, paine collose per e lu’arini, trappole coll’uva per e tordi ma ir fucile mai. Piuttosto se vedeva una fagiana o una gallinella ni tirava una ghiova e po’, com’andava andava.
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Il giunco selvatico, una pianta d’acqua molto diffusa lungo i fossati
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Doppo veniva la tera, sicché pioppini sulle ciocche ( che le conosceva solo lù e ci discoreva ancho ), more, susine servati’e, fii dottati… ma rubbà a contadini mai, neancho un chicco d’uva.
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D’inverno era un popo’ un casino perché tanta roba ‘un c’era, sicché raccattava dall’amico alla méglio ma po’ quando ri’ominciava ir su lavoro ricompensava sempre: la cosa che ‘un ni mancava era la memoria e la ri’onoscenza. L’aveva imparate a sta da sé tutto ver tempo, a pensa’ a giornate sane, a campà cor nulla nella su baracchina che ‘un aveva lucchetti e neancho porte, era erta sull’istecchi e sulle tavole ingavorchiate a meszo metro dalla mòta.
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un piatto di ranocchi fritti
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Ma po’ cambiaron i tempi, ir mangià un era più l’uni’o bisogno essenśiale, i ranocchi, che mangiavano le mosche, s’accorsero che erino mosche intossi’ate, vense ir piano regolatore novo, i campi passaron murabili, i lucci erino meszi marci, ancho se notavino sempre, le scarbatre sapevin di mota ( per un dì di péggio ) i pioppini ‘un facevi più in tempo a coglili, i campi ni misero la rete, l’uccelli sempre meno o né musei sicché ancho ir povero Ranocchio dovette smette l’attività.
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La mancanza di acqua
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Veniva ar bare, bevicchiava, discore aveva sempre discorso pogo… piuccheartro “biasciava” . Faceva de’ versi colla bocca a tirà in fori la ganascia e mentre lo faceva soffiava e sgonfiava ‘r buszo.
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Un lo só, vant’anni avrà avuto… cinquanta, cinquantaséi?
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Noiartri sciabigotti ni si mise nome “Biasciabodde” e, senśa fassi vedé, ni si faceva ir verso.
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Po’ sparitte, chi dice che è indato in Australia, chie che è a Poveri Vecchi.
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Un romantico fosso
http://www.pescareonline.it/blog/p/le_anguille_a_mazzacchera.htm
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